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Questa mattina gli studenti di una classe del Liceo Statale “W. Gropius” di Potenza, insieme ad alcuni docenti, hanno partecipato al progetto dal titolo: “Nei panni di Caino per capire e difendere le ragioni di Abele (Educazione alla legalità per la prevenzione di comportamenti antisociali espressi anche attraverso l’uso della realtà virtuale immersiva)” finanziato con fondi del PON Legalità 2014-2020. L’iniziativa del Dipartimento di Psicologia della “Sapienza” di Roma in partenariato con la Polizia di Stato, si pone come obiettivo, anche nel panorama accademico internazionale, di costruire un protocollo formativo che valorizzi le diverse prospettive della vittima e dell’autore di un reato, attraverso la proiezione, su visori 3D, di scenari e situazioni costruiti per indurre stati emozionali profondi. La peculiarità del progetto risiede proprio nella ricerca scientifica applicata all’uso delle più moderne tecnologie, per un nuovo, più attuale, modello di educazione alla legalità, proponendo l’esperienza formativa agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado delle Regioni PON (Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia).

Gli studenti, attraverso l’utilizzo di dispositivi interattivi, si sono immersi in scenari virtuali che hanno riprodotto situazioni di illegalità (i video riguardavano la condotta illegale e hate speech), in particolare di cyber bullismo, osservando la proporzione di ragazzi e ragazze che esprimono una condanna esplicita o che, al contrario, giustificano e accettano gli esiti comportamentali di tali fenomeni. Erano presenti l’ispettore Antonio Montano e l’assistente capo Pasquale Basile della SOSC (Sezione Operativa Sicurezza Cibernetica) della Polizia Postale e delle Comunicazioni Basilicata, la dottoressa Emanuela Mari, la dottoressa Jessica Burrai, il dott. Alessandro Quaglieri e il dott. Andrea Lazzereschi dell’Università La Sapienza di Roma. Sono state svolte, inoltre con alunni maggiorenni attività di ricerca sperimentale, con l’utilizzo di sensori che misurano parametri fisiologici (battito cardiaco e conduttanza cutanea). Tutti gli studenti coinvolti hanno risposto positivamente alle attività proposte con interventi e discussioni alla fine dell’esperienza virtuale.

Il Liceo Gropius è la prima scuola della Regione Basilicata (la seconda del Sud) che ha accolto e sperimentato l’iniziativa.  Per la sua particolare offerta formativa, riconosce l’utilità della tecnologia digitale come valido e rilevante strumento di crescita culturale, purché sia sostenuta da un uso corretto, consapevole e critico promuovendo importanti iniziative di sensibilizzazione, prevenzione e tutela.